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Frode in processo penale e depistaggio. La Camera approva in via definitiva il ddl
Delitti contro l’amministrazione della giustiziaIl 5 luglio 2016 la Camera dei deputati ha approvato in via definitiva il disegno di legge Introduzione nel codice penale del reato di inquinamento processuale e depistaggio. Viene così sostituito l’art. 375 c.p., la cui rubrica è ora Frode in processo penale e depistaggio, che punisce con la reclusione da tre a otto anni il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio che muta artificiosamente il corpo del reato, lo stato dei luoghi o delle cose o delle persone connessi al reato, ovvero afferma il falso o nega il vero o tace, in tutto o in parte, ciò che sa intorno ai fatti sui quali viene sentito su richiesta dell’Autorità giudiziaria o della polizia giudiziaria, al fine di impedire, ostacolare o sviare un’indagine. Se la pena comminata è superiore ai tre anni di reclusione consegue la pena accessoria dell’interdizione ai pubblici uffici.
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Se il procedimento è concluso senza un’istruttoria approfondita non è applicabile il ne bis in idem
Corte di giustizia Unione europea, Grande Sezione, 29 giugno 2016, causa C-486-14, Kossowski
Applicare il principio del ne bis in idem ad una decisione di conclusione delle indagini adottata dall’autorità giudiziaria di uno Stato Schengen in assenza di qualsiasi approfondimento sul comportamento illecito addebitato all’accusato è manifestamente in contrasto con la finalità sottesa alla creazione, in ambito europeo, di uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia, e rischierebbe di rimettere in discussione la fiducia reciproca fra gli Stati membri.
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Utilizzabilità delle intercettazioni a mezzo di virus informatico. Depositate le motivazioni delle Sezioni unite
Cass. pen., Sez. unite, 28 aprile 2016 (dep. 1 luglio 2016), n. 26889
Il 1° luglio 2016, sono state depositate le motivazioni delle sentenza n. 26889 in tema di captatore informatico
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Il praticante avvocato, nominato sostituto del difensore, non è legittimato a svolgere le investigazioni difensive
Cass. pen., Sez. III, 16 settembre 2015 (dep. 20 giugno 2016), n. 25431
È illegittima l’attività di documentazione ex art. 391-bis c.p.p. svolta, nell’ambito di un procedimento di competenza del tribunale in composizione collegiale, dal praticante avvocato abilitato esclusivamente al patrocinio nelle sole cause di competenza del giudice di pace ovvero davanti al tribunale in composizione monocratica, anche nell’ipotesi in cui questi sia stato nominato sostituto di un difensore abilitato ed abbia agito in tale veste.
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Daspo, il revirement della Cassazione sull’autorità competente a modificare o revocare il provvedimento
Cass. pen., Sez. III, 8 aprile 2016 (dep. 15 giugno 2016), n. 24819
Con la sentenza n. 24819, depositata il 15 giugno 2016, la Corte di cassazione, Sez. III, ha superato il costante indirizzo della giurisprudenza di legittimità in materia di Daspo che, dato il silenzio della norma sull’autorità competente in caso di modifica o revoca del provvedimento, individuava quest’ultima nel questore in ragione della natura eminentemente amministrativa dell’intervento.
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Il giudice dell’esecuzione può revocare la sentenza di condanna per abolitio criminis implicita
Cass. pen., Sez. unite, 29 ottobre 2015 (dep. 23 giugno 2016), n. 26259
Il giudice dell’esecuzione può revocare, ai sensi dell’art. 673 c.p.p. una sentenza di condanna pronunciata dopo l’entrata in vigore della legge che ha abrogato la norma incriminatrice, allorché l’evenienza di abolitio criminis non sia stata rilevata dal giudice della cognizione.
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Omesso versamento Iva e art. 13, comma 1, d.lgs. 471/1997: il giudice non può applicare il ne bis in idem ma deve sollevare Q.L.C.
Cass. pen., Sez. III, 21 aprile 2016 (dep. 22 giugno 2016), n. 25815
Il giudice di legittimità ha affermato che tra il reato di omesso versamento Iva di cui all’art. 10-ter d.lgs. 74/2000 e l’art. 13, comma 1 d.lgs. 471/1997, il quale punisce con sanzione amministrativa la periodica omissione del versamento dell’Iva entro il mese successivo a quello di maturazione del debito d’imposta, sussiste un rapporto di progressione e non di specialità, con la conseguenza che al trasgressore devono applicarsi entrambe le sanzioni.
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Le motivazioni della Cassazione sul caso Garlasco: colpevolezza dimostrata oltre ogni ragionevole dubbio
Cass. pen., Sez. V, 12 dicembre 2015 (21 giugno 2016), n. 25799
La quinta Sezione della Cassazione ha depositato il 21 giugno 2016 le motivazioni della sentenza n. 25799 sul noto caso dell’omicidio di Garlasco. La Cassazione ha rigettato i ricorsi presentati dall’imputato, confermando così la condanna emessa in appello a seguito di un annullamento con rinvio.
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Omicidio e lesioni stradali. Le direttive della Procura di Torino
Omicidio colposo (e omicidio stradale)Il Procuratore della Repubblica di Torino, il Dott. Armando Spataro, ha diffuso le direttive in materia delle nuove ipotesi incriminatrici di cui alla legge 41/2016, in particolare in tema di omicidio stradale e prelievi coattivi. Il protocollo n. 1861 del 14 giugno 2016, è indirizzato in primis alla polizia giudiziaria al fine di fornire indicazioni operative per le indagini riguardanti i reati di cui agli artt. 589-bis e 590-bis c.p.
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L’infondatezza della notizia di reato non esclude la notifica della richiesta di archiviazione alla persona offesa da reato con violenza alla persona
Cass. pen., Sez. III, 18 febbraio 2016 (dep. 13 giugno 2016), n. 24432
L’avviso della richiesta di archiviazione per infondatezza della notizia di reato, nei delitti commessi con violenza alla persona, deve essere in ogni caso notificato, a cura del P.M., alla persona offesa (art. 408, comma 3-bis c.p.p.) anche se, nel caso specifico, sia stata accertata l’insussistenza della violenza.
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