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News su Appello |
Per rivendicare le attenuanti nel giudizio d’appello, la doglianza non deve essere generica
Cass. pen., Sez. V
Cass. pen., Sez. V, 10 giugno 2021 (dep. 19 luglio 2021), n. 27920.pdf
In tema di giudizio d’appello, la richiesta di riconoscimento delle attenuanti generiche può essere legittimamente effettuata anche soltanto mediante una memoria difensiva, senza necessità che già sia stata dedotta con i motivi d’impugnazione o con i motivi nuovi, dal momento che incombe sul giudice di merito il potere-dovere di riconoscere anche d’ufficio le dette attenuanti generiche ai sensi dell’art. 597, comma 5, c.p.p., ma ove la rivendicazione sia formulata in termini del tutto generici, la parte non potrà poi dolersi della mancata decisione in relazione ad esse...
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Oscurità giurisprudenziali in tema di nullità. L'inosservanza del termine di comparizione nel giudizio di appello
Cass. pen., Sez. II
Nel giudizio d'appello, l'inosservanza del termine di comparizione dell'imputato di cui dall'art. 601, comma 3, c.p.p., costituisce una nullità relativa, che è sanata se non eccepita nei termini di cui all'art. 181, comma 3, c.p.p., e, precisamente, subito dopo l'accertamento della costituzione delle parti.
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Appello. La “specificità dei motivi” dopo la legge 103/2017
Cass. pen., Sez. V, 25 maggio 2018 (dep. 20 luglio 2018), n. 34504
La riforma delle impugnazioni tende a ricondurre l’appello nell’alveo di giudizio destinato al controllo sulla decisione impugnata, con finalità dissuasive rispetto a impugnazioni dilatorie o troppo generiche, in piena attuazione del c.d. principio del tantum devolutum quantum appellatum e...
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Sentenza di non luogo a procedere: la riforma Orlando preclude il ricorso “per saltum”
Cass. pen., Sez. IV, 9 maggio 2018 (dep. 15 giugno 2018), n. 27526
Il comma 38 dell’art. 1 della l. 103 del 2017 ha innovato il testo dell’art. 428, commi 1, alinea, e 2, primo periodo, c.p.p. sostituendo il ricorso in cassazione con l’appello, pertanto secondo il regime attualmente vigente la sentenza di non luogo ...
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“Termine a comparire non inferiore a 20 giorni” anche in caso di camera di consiglio
Cass. pen., Sez. VI, 11 gennaio 2018 (dep. 15 febbraio 2018), n. 7425
Sussiste un contrasto in giurisprudenza in merito alla sfera di operatività dell’art. 601, comma 3, c.p.p. laddove dispone che il termine per comparire non può essere inferiore a venti giorni. In particolare è incerto se la norma sia applicabile o meno anche ai casi di impugnazione delle sentenze emesse all’esito del giudizio abbreviato di primo grado da decidere in camera di consiglio ai sensi dell’art. 443, comma 4, c.p.p.
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Troppe pendenze nelle Corti d’appello. Evitare le impugnazioni dei soli effetti civili potrebbe alleviare il problema
Corte d’appello Venezia, Sez. II penale, 9 gennaio 2017
La Corte d’appello di Venezia, Sez. II penale, ha sollevato d’ufficio questione di legittimità costituzionale, con riferimento agli artt. 3 e 111, comma 2, Cost., dell’art. 576 c.p.p. nella parte in cui prevede che la parte civile possa proporre al giudice penale anziché al giudice civile impugnazione ...
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Motivazione rafforzata anche in caso di reformatio in melius del giudice d’appello
Cass. pen., Sez. II, 20 giugno 2017 (dep. 12 settembre 2017), n. 41571
L’art. 603, comma 3, c.p.p. in applicazione all’art. 6 Cedu deve essere interpretato nel senso che il giudice di appello per pronunciare sentenza di assoluzione in riforma della condanna del primo giudice deve previamente rinnovare la prova testimoniale della persona offesa ...
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Concordato in appello: basta equivoci
AppelloLa rubrica dell'art. 444 c.p.p. suona: Applicazione della pena su richiesta delle parti. La rubrica dell'art. 599-bis c.p.p. (introdotto dalla l. 103/2017) recita: Concordato anche con rinuncia ai motivi d'appello. Spesso ci si riferisce a entrambi gli istituti con la parola patteggiamento. Chiamare due cose che hanno rubriche diverse nello stesso modo significa creare di per sé confusione nelle persone culturalmente sprovvedute.
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